Quest’opera era originariamente intitolata «LA MIA GUERRA». Finché non ho scoperto che una persona famosa aveva già pubblicato un libro con quel titolo. La guerra è diversa per tutti. E «La mia guerra» è la mia guerra. Ma ho cambiato il titolo. Le persone e le nazioni dovevano risolvere i propri problemi. All’inizio, a tutto il personale militare è stato permesso di lasciare la Cecenia, in modo abbastanza pacifico, e anche i container con gli effetti personali sono stati rimossi. Solo i beni militari e le armi non potevano uscire. All’inizio degli anni ’90, hanno cercato di dividere i ceceni tra di loro, sostenendoli con armi, con la nostra gente e con la propaganda sui ceceni «buoni». Questo ha portato al massacro di massa dei russi. Poi, con l’inettissima «Prima campagna cecena» e il trattato di pace di Khasavyurt, ai terroristi è stato permesso di trasferire le operazioni militari nel territorio pacifico della Russia, e solo queste azioni sono state portate avanti fino all’agosto 1999, quando è stata lanciata la «Seconda campagna cecena». Dopo aver prestato servizio per tre anni nel severo e sovrano nord-ovest, mi ero appena trasferito con la mia famiglia qui, a mille e cinquecento chilometri di distanza, nel cantato e misterioso Caucaso settentrionale. Dove ci sono altre persone, una morale libera, montagne piegate, il Mar Nero e la frutta per strada. Quali guerre? È quasi un paradiso. Ma quasi la prima frase che ho sentito è stata: «Stai andando in Daghestan». La «prima guerra cecena» è già un ricordo del passato: un’onta sulla coscienza di politici, personaggi pubblici e veri e propri traditori; e ferite non rimarginate nel cuore di chi ha perso i propri cari. La Cecenia è infatti diventata uno Stato indipendente (ma solo dalla Russia), governato dalla Federazione Russa.
Data di pubblicazione: 12-8-2023
Data di aggiornamento: 12-8-2023