Volando con un elicottero verso le piattaforme offshore, c’è il rischio di perdere un po’ il volo e di atterrare in acqua. Pertanto, tutti noi dobbiamo sapere come salvarci da un elicottero che affonda. E, a differenza degli aerei, dove prima del decollo vi mostrano cosa fare e come farlo, e se guardare o non guardare — dipende da voi, nel nostro caso dovete superare un test piuttosto severo e dimostrare che in caso di necessità sarete salvati correttamente. E questo non è per i deboli di cuore, per dirla senza mezzi termini.
L’esercizio pratico è preceduto dalla teoria. Si spiega come possono avvenire gli atterraggi di emergenza sull’acqua — in modalità controllata e non controllata. Se i piloti riescono a far atterrare l’elicottero sull’acqua in modo relativamente sicuro, subito dopo l’atterraggio si gonfiano dei galleggianti speciali che mantengono l’elicottero a galla per un po’ di tempo mentre le persone lo lasciano.
Se l’atterraggio sull’acqua avviene in modo incontrollato, in poche parole cadendo, è probabile che l’elicottero si danneggi al momento dell’atterraggio e che l’acqua inizi immediatamente a penetrare. Se i galleggianti gonfiabili non sono stati attivati, purtroppo inizierà ad affondare. E poiché il centro di gravità si trova in alto (dove si trovano i motori), è inevitabile che l’elicottero si capovolga con i passeggeri. A questo punto è necessario sapere come salvarsi correttamente. Per questo esiste un programma di addestramento speciale, in cui viene spiegato e mostrato cosa fare e come farlo in poche ore.
Il caso si svolge in una piscina appositamente attrezzata. Sopra l’acqua è appeso un simulacro della cabina di un elicottero (una struttura rotonda al centro — proprio per capovolgere la cabina sott’acqua).
A questo punto sapete già (in teoria) cosa fare e come farlo. Ma una cosa è la teoria e un’altra è la pratica. Quando si affronta questo addestramento per la prima volta, si prova una certa sensazione di disagio. Al pensiero che si sta per immergersi in acqua in questa cabina, che poi si capovolgerà, che si dovrà rompere il finestrino e che poi ci si dovrà tuffare dall’elicottero che sta affondando da sotto l’acqua, si prova un certo disagio. Ancora una volta si ripassa nella propria testa l’ordine delle azioni, cosa fare e quando farlo…..
Ma basta con i sentimenti, ci sediamo nella cabina di pilotaggio e voliamo. Poi tutto avviene così: ci si siede sul sedile con la cintura allacciata, si «vola» e ci si gode l’acqua e il sole fuori dal finestrino.
Poi l’elicottero inizia a scendere. Mentre si avvicina all’acqua, poco prima di toccarla, viene impartito il comando (in una situazione reale — dai piloti, e qui — da un istruttore) «brace, brace, brace», che significa all’incirca «tieni duro!». L’elicottero precipita sulla superficie del mare. L’acqua inizia a entrare nella cabina e l’intera struttura va sott’acqua abbastanza rapidamente.
Sedetevi con calma (per quanto possibile) e non agitatevi o slacciate la cintura, altrimenti l’acqua vi solleverà verso il soffitto e quando l’elicottero si capovolgerà sarà impossibile uscire. L’acqua rimane e quando arriva all’altezza del collo, bisogna immettere nei polmoni quanta più aria possibile e trattenere il respiro.
A quel punto l’abitacolo è completamente immerso nell’acqua, e si resta seduti sul sedile ad aspettare che finalmente si giri. Una mano è già sulla fibbia della cintura e la seconda si prepara a rompere il finestrino.
E poi arriva il momento dell’estremo principale. Naturalmente, moralmente si è pronti, ma la cabina si capovolge così rapidamente che non si ha il tempo di pensare. Aspettate che si fermi e poi agite, come si dice, secondo le istruzioni. L’importante, naturalmente, è non farsi prendere dal panico o dall’agitazione.
Quando il traffico si è fermato, non c’è bisogno di esitare, soprattutto perché stare a testa in giù sotto l’acqua con una cinghia legata al sedile non è particolarmente piacevole. Con la mano o il gomito si colpisce con tutte le forze il vetro, che dovrebbe volare via. Se non ha funzionato la prima volta, bisogna ripetere l’azione senza farsi prendere dal panico. Non rimanete nell’elicottero, del resto, se il vetro è stato un po’ più forte di quanto vi aspettavate. Quando il vetro è rotto, ci si slaccia la cintura con un movimento brusco e, afferrando il bordo del finestrino, si cerca di tuffarsi fuori. Prima dovete far passare la testa e poi tutto il resto. Poiché a questo punto si è a testa in giù sott’acqua, non è così facile. Ma il desiderio di lasciare al più presto questa angusta cabina di ferro vi aiuta ad agire rapidamente.
Ebbene, tutti sono usciti dall’acqua in sicurezza:
Nonostante l’apparente complessità dell’intero evento, la percentuale di coloro che non superano la prova, cioè che «non si salvano», è estremamente ridotta. Con più o meno successo, praticamente tutti escono dall’acqua. E per coloro che, per qualche motivo, non intendono uscire da soli, durante l’esercitazione ci sono dei sommozzatori che nuotano intorno pronti a venire in aiuto dei passeggeri spaventati.
Data di pubblicazione: 12-8-2023
Data di aggiornamento: 12-8-2023